Enrico Gole

16 dicembre 2019

L'arte della serigrafia. Il procedimento di stampa

La serigrafia è una delle molte tecniche di stampa che si utilizzano per riprodurre immagini o documenti su qualsiasi materiale. Il termine deriva dal latino seri (seta) e dal greco γράφειν (gràphein, scrivere). È una delle tecniche di stampa più antiche tanto che per conoscerne le origini bisogna viaggiare nel tempo fino alla Cina antica e alla Dinastia Song 3282176406 d.c.): anche se si racconta iniziarono utilizzando le capigliature delle donne, ben presto passarono a utilizzare i telai di seta per il passaggio degli inchiostri, da qui il nome Sericum-graphé.

La tecnica della serigrafia si estese subito al Giappone e ai paesi limitrofi, mentre in Europa fece la sua comparsa solo nel XVIII secolo con l'espansione del commercio della seta. In Francia, nella città di Lione inizió a utilizzarsi la serigrafia per stampare tessuti, da qui il nome 'stampa alla Lionesa'. Il 1910 è considerato l'anno di nascita della serigrafia moderna perchè cominciarono ad applicarsi le componenti fotosensibili per il passaggio degli inchiostri. Questa tecnica di stampa divenne infine popolare negli Stati Uniti con i cartelloni pubblicitari e successivamente per l'uso che ne fecero gli artisti, come Andy Warhol, uno tra i primi a utilizzare questa tecnica per creazioni artistiche. Rese famosa la tecnica della serigrafia con il suo celebre ritratto di Marilyn Monroe negli anni '60.

In serigrafia la stampa avviene, come in tipografia e litografia, per mezzo di un cliché o quadro di stampa. Il cliché serigrafico consiste in una cornice sulla quale viene teso uno speciale tessuto a maglie; una parte di questo tessuto viene poi otturata con dei procedimenti fotomeccanici (che illustreremo in questo articolo) in modo da lasciare libere le superfici in corrispondenza di disegni o testi da stampare. Per mezzo di una Racla (lamina di gomma) si fa scorrere, premendo sul cliché, un inchiostro che passa solo attraverso le maglie del tessuto lasciate libere e, depositandosi sull'oggetto o il foglio, riproduce il disegno o il testo voluto. Permette di stampare su qualsiasi materiale, soggetti di ogni dimensione ed in svariate forme. 

Gli utilizzi principali della serigrafia sono: riproduzioni d’arte, dipinti, cartelli, disegni, affissioni. Si può stampare su tessuto come magliette, vestiti, tele, cravatte, materiale sportivo, calzature o qualsiasi tipo di abbigliamento. Sulla plastica: cartelli segnaletici, pensiline, pannelli e su legno o sughero per mobili, pannelli o elementi decorativi. Su etichette o calcomanie, sia su carta che PVC per la decorazione di vetri, mattonelle o ceramiche. Per decorare specchi o vetri, come macchinette da gioco, bottiglie, vasi, vasetti, fialette, siringhe. Con la stampa serigrafica si possono produrre anche stampe di grandi formati, come quelle che si mettono sui cartelloni pubblicitari, perché il suo colore è molto resistente ai raggi del sole. Per qualsiasi tipo di elemento decorativo in vetrine, espositori, negozi.

Nonostante sembri complesso, il procedimento della stampa serigrafica è estremamente semplice. Ma come e quali strumenti si utilizzano? Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di questa tecnica di stampa.

PREPARAZIONE DEL QUADRO DI STAMPA

Per la preparazione dei quadri di stampa vengono impiegate delle cornici di legno o metallo realizzate in varie dimensioni secondo le misure della stampa da eseguire. Queste cornici devono essere assolutamente piane, resistenti e sufficientemente leggere. Le cornici vengono vendute già pronte in varie misure standard, scaricate il nostro listino dalla sezione download per scoprire misure e costi (necessaria registrazione).

MONTAGGIO DEL TESSUTO SULLA CORNICE

Generalmente il montaggio del tessuto, su cornici e telai già utilizzati, lo effettuiamo direttamente noi previa chiamata. Basta chiamarci per prenotare il ritiro dei telai da rifilare ed il gioco è fatto. Il montaggio e la stesura dei telai può anche, con la stumentazione giusta, essere fatto in casa. Occorre avere: una pinza di tensione, che consiste in una normale pinza alle cui estremità sono state applicate due piastrine della lunghezza di circa dieci centimetri per poter tendere il tessuto uniformemente. Per mezzo di una cucitrice a punti metallici si incomincia a fissare il tessuto su due lati in squadra tra loro; poi si fissa l'angolo opposto; quindi con la pinza di tensione si tende il tessuto sul lato più corto e lo si fissa avendo cura di mettere i punti della cucitrice ad una distanza uniforme tra loro ed in diagonale, in modo da non lasciare spazi tra una graffetta e l'altra. Infine si tende il quarto lato. Può sembrare un po' complicato, ma dopo qualche prova ed un po' di manualità non si incontreranno grosse difficoltà. I tipi di tessuto da utilizzare variano a seconda dell'inchiostro e del supporto su cui si andrà a stampare. Per una stampa su cotone si dovrà quindi utilizzare un tessuto 55 fili, mentre su carta un 120 fili che consente il passaggio di meno inchiostro ed una precisione maggiore.

STESA DELLA GELATINA

La gelatina per telai serigrafici è una emulsione di colore generalmente rosa o viola e con viscosità variabile in ragione delle sue caratteristiche e della casa che la produce. La gelatina di per sé non è sensibile alla luce, perciò insieme ad essa viene fornito al momento dell'acquisto un sensibilizzante che va miscelato con la gelatina stessa al momento dell'uso. La ragione per cui la gelatina viene fornita con il sensibilizzante a parte è dovuta al fatto che una volta preparata l'emulsione, la sua sensibilità dura 30/45 giorni, dopo di che tende ad alterarsi ed a variare le sue caratteristiche. Mentre la gelatina non sensibilizzata, se mantenuta in un luogo fresco, ha una durata praticamente illimitata. Dopo aver ben sgrassato con l'alcool il tessuto del telaio, si applica l'emulsione sul tessuto stesso per mezzo di una speciale spatola concava procedendo nel seguente modo:

si tiene il telaio in posizione verticale, leggermente inclinato verso l'operatore;
si appoggia la spatola concava, nella cui cavità è stata messa la gelatina, alla base del telaio;
si inclina leggermente la spatola verso il telaio in modo che la gelatina contenuta nella cavità vada a contatto col tessuto;
quindi si sale lentamente ed a velocità costante verso l'estremità superiore del telaio; in questo modo si stende sul tessuto uno strato uniforme di gelatina.
La medesima operazione viene eseguita anche sull'altra parte del telaio, quella interna. A questo punto il telaio viene fatto essiccare in posizione orizzontale ed al buio; tuttavia, durante l'operazione di stesa dell'emulsione, si può lavorare a luce ambiente, poiché la gelatina allo stato liquido ha una sensibilità molto bassa che però aumenta asciugandosi sul telaio. Per velocizzare l'essiccamento ci si può aiutare con un ventilatore (3 o 4 ore) od un phon (5 minuti).

PREPARAZIONE DELLA DIAPOSITIVA

Il disegno che si vuole impressione su ogni singolo telaio deve essere ad un solo colore; se si desiderano stampare più colori, dovrà essere utilizzato un telaio, con la rispettiva tela, per ogni colore. Per poter incidere un disegno sulla tela, questo dovrà per prima cosa essere stampato in nero su di un foglio trasparente (ASI D.G. offre tutti gli strumenti dal materiale al software dedicato per la stampa dei lucidi), in modo che la luce non passi nelle zone relative al soggetto da stampare, ma solo all'esterno di esso.

INCISIONE DELLA GELATINA

Quando il telaio sensibilizzato è asciutto si fa aderire al tessuto la diapositiva del soggetto da riprodurre, in posizione rovesciata sulla faccia esterna del telaio (il “diritto” del soggetto va visto attraverso il tessuto dalla parte interna del telaio) ed esposto alla luce (le nostre macchine per incidere un telaio). È molto importante che la diapositiva sia perfettamente a contatto col tessuto, poiché, nel caso di un aderenza scarsa o difettosa, la luce filtrerebbe sui lati dei tratti del disegno, compromettendo la buona riuscita del cliché. Si posiziona quindi la pellicola sul tavolo di vetro ed il telaio già asciutto sopra di essa. Infine si può accendere il faro, o qualsiasi altra forma di luce utilizzata (quella ottimale è l'UV). Il tempo di posa è determinato dal tipo di sorgente luminosa, dalla distanza tra questa ed il telaio, nonché dal tipo di tessuto con il quale il telaio è stato montato. Dopo l'esposizione il cliché viene sviluppato con acqua fredda ed è in questo momento che si accerta che il tempo di posa adottato è esatto. Per lo sviluppo si procede nel modo seguente: si bagna abbondantemente con acqua il telaio su entrambi i lati onde ottenere che le zone protette dalla diapositiva che formano il disegno, si sciolgano; quindi si spruzza con un getto d'acqua vigoroso fino a quando i tratti del soggetto si “spogliano” completamente dei residui di emulsione trattenuti tra le maglie del tessuto. Dopo aver ancora risciacquato con acqua è buona norma tamponare le due facce del telaio in modo da togliere l'acqua eccedente. Si passa poi ad asciugare il telaio, a temperatura ambiente o con un phon.

N.B. Se un telaio è esposto correttamente le parti di emulsione protette dalla diapositiva vengono asportate agevolmente ai primi vigorosi getti d'acqua mentre le altre zone colpite dalla luce devono rimanere compatte al tatto. Nel caso di sottoesposizione le zone colpite dalla luce rimangono viscide al tatto soprattutto sulla faccia interna (raggiunta da meno luce rispetto all'interna) e ad uno sfregamento con i polpastrelli l'emulsione tende a sciogliersi. Nel caso invece di sovraesposizione si hanno difficoltà nell'asportare l'emulsione dalle zone protette dalla diapositiva.

LA STAMPA (le nostre macchine da stampa serigrafica)

Uno strumento indispensabile per la stampa è la racla che serve a premere l'inchiostro attraverso le maglie libere della matrice; è composta da una lamina di gomma dello spessore di 8/10 mm con un impugnatura in legno o metallo. La posizione della racla durante la stampa deve essere di circa 45° in modo che il contatto con la matrice avvenga sul filo della lamina di gomma. Prima di procedere alla stampa si deve diluire l'inchiostro. Va detto che non esiste una percentuale ottimale di diluente, a seconda delle applicazioni servirà più denso o più fluido; solo con l'esperienza si sarà in grado di determinare la dose giusta.

A diluizione effettuata si procede come segue:

si versa una certa quantità di inchiostro nel cliché;
si posiziona il telaio sopra all'oggetto che si vuole stampare;
si raccoglie un po' di inchiostro con la racla e, esercitando con essa una pressione costante ed uniforme, si effettua la passata di stampa con un movimento regolare.
Se tutto è stato effettuato correttamente avremo ottenuto la nostra stampa, alziamo il telaio dall'oggetto stampato e verifichiamolo. Una volta alzato il telaio è opportuno effettuare un passaggio a vuoto cioè riportare l'inchiostro per mezzo della racla, passando sulla matrice, nella posizione di partenza. Questa operazione ha lo scopo di evitare che l'inchiostro si asciughi tra le maglie del tessuto. Si può quindi ripetere la stampa su altri oggetti un numero “infinito” di volte ed eseguite tutte le stampe si pulisce accuratamente la tela in modo da evitare l'otturazione delle maglie del tessuto.

RECUPERO DEI TELAI

Infine, dopo aver esaurito la produzione, e solo se la tela è ancora intatta, tutte le matrici dei telai serigrafici possono essere recuperate. Con una spugna bagnata dello specifico liquido per il recupero si passano entrambi i lati della tela e si lascia agire la soluzione per 5 minuti, quindi spruzzando energeticamente con un getto d'acqua si ottiene il completo scioglimento della matrice ed il telaio rimane, dopo averlo fatto asciugare, con il tessuto pulito, pronto ad accogliere un altra matrice.